RISPOSTA ALLE OBIEZIONI INGLESI


Gli argomenti addotti da parte inglese contro la restituzione sono:

  1. I marmi furono acquistati legittimamente trattando con le autorità turche sulla base di un documento legale: il firman del sultano.

  2. Lo scopo del prelievo era quello di salvarli dalla distruzione totale.

  3. I greci a quel tempo erano indifferenti alla sorte dei loro antichi tesori.

  4. I livelli di inquinamento atmosferico ad Atene danneggerebbero rapidamente i Marmi.

Rispondiamo a queste obiezioni una per una.

Frieze detail

Furono acquistati legittimamente
Questo argomento non ha valore, poiché ogni acquisto dall'occupante in una nazione occupata equivale all'acquisto di merce rubata da un ladro o da un rapinatore. E comunque non c'è nessuna prova che i marmi furono acquistati legittimamente. I vari funzionari locali turchi furono corrotti dagli inglesi con lussuosi regali.

Furono presi per salvarli dalla distruzione
Elgin non solo provocò danni terribili al Partenone e all'Eretteo quando rimosse le loro sculture: nello sforzo di prelevare quanti più reperti fosse possibile, segò alcune delle sculture a metà per ridurne il peso e poterle trasportare più agevolmente.

I greci erano indifferenti
Non c'è dubbio che qualsiasi protesta da parte greca sarebbe stata immediatamente, brutalmente repressa dai turchi. Quando il console francese ad Atene protestò per la rimozione dei Marmi, fu imprigionato dai Turchi.

Ci sono, del resto, varie indicazioni del profondo dolore dei Greci difronte al saccheggio dei loro tesori, compresa la leggenda delle Cariatidi che si sentivano gemere di notte, per la sorella scomparsa, e il racconto dei portatori delle statue, che affermavano di sentire urla provenienti dall'interno delle casse con le sculture.

Edward Dodwell, che scrive nel 1812, fa anche menzione in un suo libro che al tempo dei suoi viaggi in Grecia gli Ateniesi si lamentavano della rovina delle loro antichità e maledicevano i Turchi per il permesso di rimuoverle concesso agli stranieri.

statue

Ancora nel 1812 un gruppo di notabili ateniesi, due dei quali mebri della segreta Filikì Eterìa, (Società degli Amici) fondarono la Società Filomusicale (Società degli amici delle Muse), fra i cui soci si annoverava Lord Guildford. Uno degli scopi della Società era la protezione dei monumenti antichi.

Infine Lusieri stesso ammise in una lettera ad Elgin che "..se non posso rimuovere l'intero Pandrossion (la loggia delle cariatidi, n.d.t.), non dispero di estrarre una Cariatide. Ma i greci tengono moltissimo a queste statue."

L'inquinamento atmosferico distruggerebbe i Marmi
Questo argomento è assolutamente inaccettabile perché i Marmi hanno sofferto danni ben maggiori dalla loro lunga permanenza nell'atmosfera pesantemente inquinata di Londra di quelli che avrebbero subìto se fossero rimasti ad Atene, dove l'inquinamento è solo un fenomeno molto recente.

Lord Elgin ammise alla Camera dei Comuni che l'umidità di Londra aveva causato il degrado del delicato marmo pentelico. Questo nel 1816.

Ma resta il fatto che quando un'opera d'arte antica è rimossa dalla sua sede originaria, perde gran parte del suo significato e diventa un articolo di interesse meramente archeologico.

Il British Museum, oggi, cerca di presentare Elgin come amante di antichità che si dedicò al salvataggio delle sculture di Fidia dalla definitiva distruzione. Ma i fatti a riguardo configurano uno scenario molto diverso. Con il firman del Sultano in tasca, Elgin credette che gli fosse stato concesso il diritto di prendere tutto quello che gli sarebbe passato per le mani. Il suo operato non passò inosservato. Molti membri del Parlamento inglese protestarono contro l'azione di Elgin alla Camera dei Comuni, ma con il passar del tempo furono dimenticati. Ci sono stati anche molti scrittori inglesi, e tra questi Lord Byron, che scrissero di Elgin come un ladro di marmi e come un furfante il cui unico interesse era la celebrità e la gloria che l'esposizione dei marmi gli avrebbe procurato.

 

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