IL BRITISH MUSEUM



LE SCULTURE DEL PARTENONE

British Museum

Fra le sculture note come "Marmi di Elgin", le più imortanti sono il fregio e altre sculture architettoniche salvate da Lord Elgin fra le rovine del Partenone con l'approvazione delle autorità competenti, all'inizio del XIX secolo. L'intera collezione fu acquistata dal governo inglese nel 1816 e presa in custodia dal British Museum "per garantirne la conservazione e mantenerne l'unità".

Le collezioni sono affidate agli amministratori del Museo in accordo con la legislazione emanata dal Parlamento, che fin dal 1753 ha proibito l'alienazione permanente di ogni oggetto (tranne le copie) e ha richiesto di garantire la conservazione delle collezioni a vantaggio della scienza modiale e per la fruizione da parte del più vasto pubblico.

Nell'adempimento di questo dovere, il Museo è aperto sette giorni alla settimana, gratuitamente, ed attrae più di sei milioni di visitatori l'anno, da ogni parte del mondo. Le sculture del Partenone costituiscono uno dei suoi più grandi ed ammirati tesori, e il fatto che rappresentino, in modo unico, il genio estetico dell'antichità, che tanto ha influenzato la storia successiva dell'umanità, detemina la loro collocazione al Museo come la più appropriata, in un'istituzione di fama universale, pensata allo scopo di fornire un'immagine il più possibile vasta e completa dello sviluppo storico di culture differenti ma tra loro connesse.

L'Amministrazione del British Museum considererebbe un tradimento dei soui doveri la costituzione di un precedente per lo smembramento pezzo a pezzo di collezioni che non conoscono gli arbitrari confini del tempo e dello spazio.

Il British Museum


Alcune domande al British Museum

Metope Abbiamo copia delle disposizioni del British Museum sui Marmi del Partenone, e abbiamo alcune domande da rivolgervi, poichè riteniamo le vostre affermazioni estremamente di parte

La vostra dichiarazione afferma che Lord Elgin "salvò" i Marmi, ma la verità è che le sculture soffrirono danni incalcolabili durante la loro rimozione e il loro trasporto verso l'Inghilterra. Elgin arrivò addirittura a tagliare alcune sculture per facilitarne il trasporto. Perché non si parla di questo nella vostra dichiarazione?

Corruzione

Dite anche che Elgin acquistò i marmi dalle autorità competenti. Ad ogni modo, le testimonianze mostrano che non li acquistò per niente. Corruppe i funzionari locali con lussuosi regali .

Probabilmente in Grecia la popolazione riconosceva come autorità competente quella dell'Impero Turco Ottomano, all'inizio del XIX secolo. Ciò nonostante non sareste disposti a riconoscere che oggi, nel giudizio comune, un Paese occupante non ha il diritto di disporre del patrimonio culturale della nazione occupata? Ancora oggi, ad esempio, continua la discussione tra la Germania e la Russia sulla restituzione dei tesori artistici sottratti reciprocamente da un Pese all'altro. E la Turchia è in disputa con entrambi sul futuro del tesoro di Troia, portato da Schliemann a Berlino e lì rubato dai russi.

Beni rubati

Oggi è invalso l'uso , da parte di governi e di sovrani, di chiedere scusa per azioni compiute nel passato, e all'epoca considerate legittime. Non sarebbe ora che il British Museum accettasse di essere colpevole di ricettazione e che acconsentisse alla restituzione dei Marmi del Partenone alla Grecia? Allo stato attuale della tecnologia, il British Museum potrebbe eseguire repliche esatte dei Marmi per esporle a Londra, e gli originali potrebbero essere restituiti al Museo dell'Acropoli, che si sta dotando si una nuova struttura, la cui realizzazione è stata appositamente patrocinata dal governo greco.

Sinceramente vostri

Andri Lironi, Evyenia Lioni, Aliki Tsonga, Andreas Paragioudakis, Giorgos Velegrakis and Vangelis Kaselouris.
Rethymno, Creta, Grecia, 23 Gennaio 1997

Replica del British Museum

The British Museum
London WC1B 3DG
17 febbraio 1997

La dichiarazione del British Museum sulle sculture del Partenone è ovviamente stringata e riguarda la posizione dell'Amministrazione piuttosto che i dettagli delle attività di Elgin o il particolare contesto storico.

La dichiarazione, d'altra parte, non dice che gli operai di Elgin segarono il retro di alcune lastre del fregio (ma senza danneggiare nessuna superficie scolpita), così come non dice che la trasformazione del Partenone in chiesa cristiana, alla metà del V secolo d.C. si risolse nella completa distruzione della parte centrale del frontone est.

Le dichiarazione dell'Amministrazione non dice che le sculture furono acquistate da Elgin, un'idea che voi giustamente criticate, ma afferma chiaramente che la collezione fu acquistata dal British Museum da Elgin, cosa senz'altro corretta.

In riferimento ai vostri commenti sulla legittimità del governo Ottomano, è diffcile equiparare gli atti della Germania e della Russia durante la seconda guerra mondiale con l'occupazione Ottomana della Grecia, che al tempo di Elgin era una realtà da quasi 350 anni.

Infine, l'idea dei calchi e delle copie è interessante. Il British Museum ha offerto copie alle autorità greche in più di un'occasione: la prima volta nel 1844, quando repliche di tutti i pezzi presenti a Londra furono inviate ad Atene; l'ultima, in concomitanza con la visita al Museo di un restauratore greco, venuto a Londra per realizzare calchi del fregio occidentale, utilizzando gli stampi ricavati dalle copie di Elgin. Ciò si è reso necessario poiché il fregio occidentale, rimasto sul Partenone fino al 1993, era, in quasi tutta la sua lunghezza, talmente danneggiato da decenni di esposizione all'inquinamento industriale, da rendere impossibile l'esecuzione diretta di copie moderne.

Vi faccio i miei migliori auguri per il vostro progetto Internet.

Sinceramente vostro,

Andrew Hamilton
Responsabile per la stampa e le relazioni con il pubblico.

(ricevuto il 4 Marzo 1997)

 
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