In esclusiva l'intervista del Corriere del Sud al direttore dei
Media dell'Hec, Theodoros Karakostas
Sono tutti graci, greci della "diaspora",
ellenici che vivono in America, Canada, Australi, Itlia, Inghilterra,
Germania; ellenici che vivono in tutto il mondo e sono uniti elettronicamente
per salvaguardare i problemi nazionali della patria. Sono persone
di cultura, professori universitari, giornalisti, militari, gente
comune, tutti uniti con un grande amore: quello per la madrepatria,
l'amore per la Grecia. L'anima di questa unione elettronica si
chiama Hec (Hellenic elctronic center). Ne e direttore Evangkelos
Rigos il quale, in collaborazione con l'Unione dei macedoni d'America,
ma anche di altr parti del mondo, sta lavorando per sensibilizzar
l'opinione pubblica mondiale sui problemi nazionali che affliggono
la Grecia. Quattro sono in questo momento i programmi che l'Hec
porta avanti: riaprire la scuola teologica di Halki chiusa circa
trent'anni fa dai turchi; il genocidio di greci attuato dai turchi;
il problema di Cipro; il problema degli abitanti della Fyrom che
vogliono essere chiamati macedoni. Per cercar di risolvere questi
problemi, L'Hec ha inviato petizioni firmate dai greci della "diaspora"
al presidente Bush, al presidente dell'Ue a tutti i parlamentari
di tutto il mondo.
A tale proposito, specialmente riguardo alla questione del genocidio,
ha parlato in esclusiva con il Corriere del Sud il direttore dei
media dell'Hec Theodoros Karakostas: "Il mese di settembre
- ci dice - ha segnato, con la fine dell'estate, l'inzio del nuovo
anno secondo il calendario ortodosso e gli anniversari delle date
che hanno distrutto la cultura e la civilta ellenica. Il 14 settembre
si commemora il genocidio ellenico. Ricordiamo ancora una volga
che gli ellenici dll'Asia minore vennero sistematicamente assassinati
dai Governi dei giovani turchi e di Mustafa Kemal Pascia. La distruzione
inizia nel 1071 quando le truppe bizantine vengono sconfitte dai
turchi selgiuchidi. Da questo evento storico ha inizio l'olocausto
ellenico che e continuato fino ai giorni nostri. Nel 1453, Costantinopoli
cade in mano ai Turchi. Il grande, onorevole e valoroso Costantito
Paleologo schiera 5.000 soldati greci contro 80.000 soldati turco-ottomani.
La caduta di Costantinopoli e la caduta dell'Impero di Tresisonda,
otto anni dopo, avviano l'olocausto in tutte le regioni elleniche.
L'Impero ottomano prosegue con massacri, torture, schiavitu; rapisce
giovani per i Giannizzeri e tiene schiave le donne nell'harem;
obbliga alla conversione all'islam e alla "turchificazione"
contribuendo alla prdita dell'indipendenza e della sovranita nazionale
del popolo ellenico. Noi cerchiamo - continua Karakostas - di
sensibilizzare la nostra causa in tutto il mondo perche c'e la
tendenza a dimenticare, come e successo nei confroti della Grecia.
Nel maggio del 1919, le armate della libera e indipendente Grecia
entrano nella sofferente citta di Smirne. Per un breve periodo
sembra che lo sterminio della razza ellenica sia cessato. Ma,
durante la Prima guerra mondiale, i giovani turchi iniziano il
massacro delle popolazioni elleniche cosi come degli armeni e
assiri. Mustafa Kemal Pascia diviene, all'epoca, lo strumento
dell'imperialismo occidentale e questo razzismo turco ottiene
l'incondizionata assistenza di Stati Uniti, Gran Bretagna, Grancia
e Italia. Lo psicopatico Kemal viene aiutato dalle potenze occidentali,
mentre l'esercito greco in Asia minore viene sconfitto dall'embargo
imposto dalle stesse. Nel settembre del 1922, la splendida Smirne
viene conquistata dai kemalisti e bruciata. Oltre diecimila greci
e trentamila armeni vengono massarati. Una menzione speciale -
prosegue Karakostas - merita il metropolita Crisostomo di Smirne.
Questo valoro e nobile prete ortodosso sostiene i liberatori greci
nel 1919 ed e una voce per le aspirazioni di una nazione che e
stata schiavizzata, umiliata, massacrata per secoli. Quando giunge
notizia che gli aggressori kemalisti avrebbero riconquistato Smirne,
appare evidente che greci e armeni non sarebbero sopravvissuti.
Al metropolita Crisostomo viene offerto rifugio presso il consolato
francese. Il "santo prete" rifiuta la possibilita di
salvarsi e sceglie di condividere la sorte dei propri fedeli;
subisce torture, umiliazioni e la mutilazione degli occhi. Viene
canonizzato come santo dalla Chiesa ortodossa greca nel 1922.
Il mondo oggi commemora Aushwitz, i crimini di Stalin, ma non
la "morte" di Smirne e del Ponto. Anche nel 1955 il
Governo turco, guidano da Menderes, incita al terrorismo contro
i greci di Costantinopoli e Imbros. Noi vogliamo che il mese di
settembre venga ricordato come la fine dell'ellenismo a Costantinopoli
e a Imbros. Ma la persecuzione turca ai danni della Grecia continua:
vedi l'invasione di Cipro nel 1974. Da nessuna parte del mondo
occidentaale giungono condanne per l'aggressione turca, ne "simpatie"
per la Grecia, nessuna protesta ufficiale da parte delle "potenze
civili". Finendo la mia chiacchierata con il vostro giornale
- conclude Theodoros Karakostas - voglio trasmettere ai vostri
lettori il senso di rivalutazione dell'ellenismo, commemorando
le perdite e le vittim del genocidio ellenico". Cosi il presidente
dell'Hec intende dimostrare come si svolge il lavoro al centro
elettronico.
Per rimanere in tema, ricordiamo che, recentemente, in occasione
di una partita di calcio, di Coppa Uefa, che la Roma ha disputato
in trasfrta a Skopje, in Fyrom, i giornali hanno scritto: "Il
giocatore greco Dellas riapre un'antica polemica: C'e una sola
Macedonia ed e in Grecia. Ma quali macedoni, il vero macedone,
qui, sono solo io!"
Il greco della Roma, anzi il macedone giallo-rosso, ha ragione
in quanto Skopje e la capitale di una Macedonia inventata, figlia
della disgregazione della vecchia Jugoslavia. Non e piu la Macedonia
di Alessandro Magno e Filppo II. La Macedonia di Skopje ha appena
dodici anni, nota per i "fatti" di Milosevic e per non
essere stata riconosciuta a livello internazionale. Dellas ha
poi aggiunto: "Io conosco una sola Macedonia. E' in Grecia
da millennio. E' cosi, tutto qui. E' solo il mio punto di vista
da greco. Credo non sia niente di male" e ha firmato la sua
rivincita con un gol.
Giorgio Lambrinopulos
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