LA TRISTE STORIA DEI MARMI
Parte seconda: il saccheggio del Partenone | "Lord Elgin ora può vantarsi di aver rovinato
Atene" Anonimo greco, 1810 |
L'anno seguente le autorità turche locali concessero agli artisti di eseguire disegni, ma negarono loro il permesso di effettuare copie o di costruire impalcature per una visone più ravvicinata delle sculture.
Nel 1801 Elgin ottenne dal Sultano un firman, vale a dire una autorizzazione, che gli dava il permesso di prelevare ogni scutura o iscrizione in modo, però, da non intaccare gli edifici o le mura della cittadella.
Il saccheggio del Partenone cominciò immediatamente. Le sculture furono smontate dal fregio del tempio e furono trasportate da marinai inglesi su un affusto di cannone. Il 26 dicembre 1801, temendo che i francesi potessero tentare di ostacolare il suo lavoro, Elgin ordinò l'imbarco immediato delle sculture sulla nave "Mentor" che aveva fatto appositamente inviare dall'Inghilterra.
Nel 1806, una delle Cariatidi fu rimossa, così come un angolo dell'Eretteo, parte del fregio del Partenone, molte iscrizioni e parecchie centinaia di vasi.
Molti altri si unirono a questa incredibile spoliazione, e il saccheggio, che non rimase confinato all'Acropoli, ma fu perpretato per tutta Atene e in vaste zone della Grecia, continuò per molti anni. Nel 1810 Elgin caricò il resto del bottino sul vascello militare "Hydra".
Nel 1817 due nuove navi da guerra, il "Tagus" e il "Satellite", furono caricate di pietre scolpite, manufatti di bronzo e centinaia di vasi. Quattro anni più tardi, la guerra d'indipendenza greca pose fine al saccheggio di Elgin.
la costruzione del Partenone |
il saccheggio del Partenone |
i Marmi Elgin a Londra |
giudizi dei contemporanei sul saccheggio |
opinioni inglesi sulla restituzione |
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